Non serve molto alla nostra cultura della rappresentazione, con la prospettiva, assicuriamo la relazione tra la cosa e la sua immagine. Ogni livello di questi ritratti ne sarebbe capace.
Tanti angoli diversi: una scansione che restituisce sufficiente informazione a costruire un modello tridimensionale. Se cambiassimo riferimento la nuvola sarebbe globo e nuovamente rappresentazione.
La fotografia si ostina, invece, a proiettare sul piano. L'eccesso di informazione confonde il punto di fuga e lo spazio diventa incerto ma, al contempo, ci assicura che nulla sia escluso.
Il ritratto diventa metafora della condizione umana: solo percepita, un misto di dettaglio topografico e cognizione.
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Our culture of representation goes by with very little: perspective determines the relationship between each object and its image. Every layer of these portraits could easily convey it.
Many different angles: a scan that provides abundant data, sufficient to build a three-dimensional model. If we were to change the frame of reference, the cloud would turn into a sphere and become once more representation.
Photography, instead, persists in projecting onto the plane. The excess of information masks the vanishing point and the space becomes uncertain, but, at the same time, ensures that nothing is being left out.
The portrait becomes a metaphor for the human condition: only perceived, a mixture of topographic detail and cognition.